INNOVAZIONE, CONSULENZA E TRASFERIMENTO DELLE CONOSCENZE LA RICETTA PER IL DOPO QUOTE LATTE
Nel mese di gennaio scorso, parlando della difficile
situazione del mercato del latte che, purtroppo ancora persiste e inquieta i
produttori italiani - e non solo quelli - avevamo fornito alcune indicazioni su
come affrontare le sfide che attendono il settore, coinvolto, come noto, anche
nella incerta stagione del dopo quote latte.
Erano state ipotizzate tre aree di intervento: strumenti di
politica agraria per il contrasto al fenomeno della volatilità del mercato in
Europa, previsto da tutti in aumento, anche per effetto dell'abbattimento della
diga produttiva rappresentata appunto del regime delle quote; l'azione diretta
degli operatori economici, attraverso le armi dell'aggregazione, della
organizzazione e della ottimizzazione delle performance di impresa
(innovazione, produttività, efficienza); infine, avevamo parlato di misure non
convenzionali, ovvero residuali, ma non di importanza minore rispetto alle due precedenti e caratterizzate
da una certa dose di originalità e spirito creativo.
L'articolo annunciava future proposte concrete tagliate
sulle specifiche esigenze del sistema lattiero-caseario italiano. Riprendiamo
oggi il discorso lasciato in sospeso per formulare una prima ipotesi di lavoro
che è stata oggetto di valutazione con diversi agenti economici e con alcuni
analisti.
Si tratta di questo: lanciare, con una regia a livello
nazionale e declinando l'applicazione in base alle specificità territoriali, una
massiccia azione di assistenza tecnica e di consulenza a favore delle imprese
zootecniche per elevare il livello delle prestazioni individuali e di
conseguenza innalzare anche la competitività complessiva di sistema.
In alcune parti ci sono esperienze pilota che vanno in tale
direzione. Esse sono basate sul monitoraggio degli indicatori di efficienza e
di efficacia, sulla costruzione di benchmark (casi esemplari di riferimento) e
sulla erogazione di servizi di consulenza specialistica per accompagnare le
singole imprese verso il percorso della ottimizzazione dei risultati.
I migliori studi eseguiti a livello nazionale dimostrano che
c'è una forte dispersione attorno alla media dei livelli di efficienza degli
allevamenti. Il capitolo sui costi di produzione del Rapporto 2014 dell'Osservatorio
sul Mercato dei Prodotti Zootecnici (OMPZ) evidenzia in modo chiaro tale
fenomeno. Tra l'allevamento che produce a costi più bassi e quello con costi
più alti, c'è un rapporto di 1 a 5. E si badi bene che le differenze esistono
anche tra imprese zootecniche di analoga dimensione fisica ed economica e
localizzate nella stessa area geografica.
Le performance non sono legate solo alle economie di scala
ed all'impatto favorevole o negativo del territorio, ma dipendono, in buona
parte, dalla capacità e dalle scelte dell'imprenditore, nel selezionare ed
introdurre nella propria azienda le innovazioni e le soluzioni gestionali più pertinenti.
Un progetto di trasferimento delle conoscenze nel settore
della zootecnia da latte nazionale, ben congegnato, attuato con professionalità
che siano all'altezza delle sfide da intraprendere, tenuto conto del livello di
preparazione non trascurabile raggiunto dai nostri imprenditori, governato in
modo solido, centrato su tematiche sensibili come l'alimentazione, la
produttività del lavoro, l'introduzione di innovazioni, la salute ed il
benessere degli animali, non può che agire da straordinaria leva per il progresso
del settore, capace di rimuovere le criticità e favorire l'accrescimento della
competitività.
Peraltro, per una tale operazione non si intravedono
problemi in termini di disponibilità di risorse pubbliche. L'Italia è al primo posto
nell'Unione europea per volume di fondi messi a disposizione con il PSR
2014-2020 per il trasferimento della conoscenza e dell'innovazione. Si tratta
allora solo di utilizzare nel miglior modo possibile la dotazione allocata;
applicando un principio molto semplice: le attività di consulenza, informazione
e formazione devono produrre vantaggi per il sistema delle imprese e non per l'articolata
struttura burocratica che le ruota attorno.
Siamo convinti che la soluzione qui prospettata, oltre ad
essere fattibile, finanziariamente sostenibile e compatibile con le esigenze
del sistema produttivo, possa funzionare e, inoltre, potrebbe fornire il non
irrisorio effetto di diffondere tra le imprese una cultura verso la
collaborazione e l'utilizzo di nuovi strumenti per il governo del settore e per
approcci innovativi al mercato.
Ermanno Comegna